Le ciotoline votive incastonate nel muro in via Gramsci

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21 Luglio 2020

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Forse pochi se ne sono accorti, ma passeggiando per Foligno, quando da Piazza della Repubblica si imbocca via Gramsci, guardando a sinistra verso quello che una volta era il Palazzo di Città, a circa tre metri di altezza si trovano due ciotole di ceramica incastonate nel muro. Di cosa si tratta, e perché si trovano lì? La curiosità viene soddisfatta da un saggio scritto da Piero Lai ed Emanuela Cecconelli.
I due tondi di ceramica sono i resti di due ciotoline votive in smalto rosato ed impasto grigio. Quello che si vede oggi è solo il fondo dipinto delle ciotole che, con ogni probabilità, avevano un diametro di 10,5 centimetri.
Nella prima è dipinto Sant’Antonio da Padova che tiene con la mano sinistra il giglio, e con la destra un libro aperto su cui siede Gesù Bambino, raffigurato nudo e con il globo terrestre sormontato dalla croce.
Nella seconda è dipinta la Madonna col Bambino, nella variante iconografica della cosiddetta Madonna dei Bagni. La Vergine è raffigurata a mezzo busto su una falce di luna con il Bambino nudo che tiene in mano il globo con la croce. Questa immagine riproduce l’iconografia più diffusa e dedicata al culto della Madonna dei Bagni istituito nel 1657 e legato al santuario di Casalina, nei pressi di Deruta.
Secondo la storia del santuario, una ciotolina votiva trovata e collocata per devozione su una quercia cadde numerose volte e si ruppe, fino ad essere fissata con due chiodi ai rami dell’albero. Questo gesto dette origine al primo miracolo compiuto dall’immagine sacra, e al culto legato alla Madonna dei Bagni.
Tornando alle ciotoline di Foligno, sono di una tipologia molto diffusa e di un valore artistico non molto elevato, ma destano curiosità per la posizione insolita in cui sono collocate, come se richiamassero quelle fissate sui rami intrecciati della quercia. Anche nel caso di Foligno, si può pensare che le due ciotoline, ridotte al solo fondo con l’immagine sacra, siano cadute in terra molte volte prima di essere definitivamente incastonate nel muro del Palazzo di Città.

21 luglio 2020

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Ultimo aggiornamento

21/07/2020, 10:22