La grande bellezza del Barocco: l’Oratorio del Crocifisso

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21 Aprile 2020

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L’Oratorio del Crocifisso è il segno più importante del Barocco a Foligno.
La chiesa, gioiello architettonico in fondo a via Gramsci tra Palazzo Candiotti e l’Auditorium San Domenico, come ci ricorda lo storico Gabriele Metelli, era detta anche “delli Funari” perché situata nel sito che apparteneva alla corporazione degli artigiani delle funi.
Ma l’Oratorio è strettamente legato alla Confraternita del Crocifisso. La Confraternita era un’associazione laicale che aveva il compito, come scrive Ludovico Jacobilli, di “disporre” l’orazione delle 40 ore nei tre giorni di Pasqua, di partecipare alle processioni con il Santissimo Crocifisso, di accompagnare i morti e di far dire messe.
La Confraternita del Crocifisso, cosiddetta per il culto della Croce e dei santi Pietro e Paolo, presente nei Rioni degli Spadagli e dei Cipischi (oggi nel Rione Ammanniti), viene  istituita nel 1570, anche se attiva già nei primi anni del Quattrocento, e collegata alla Compagnia dei Funari.
Tornando all’Oratorio, gli interventi sull’edificio possono essere concentrati in tre fasi. La prima dal 1587 al 1642, la seconda dal 1643 al 1701 ed infine la terza a partire dal 1702. Della prima fase resta un’importante testimonianza dell’arte del francese Noel Quillerier, pittore ordinario di Luigi IV e consigliere dell’Accademia Reale di Pittura.
Ma sono tanti gli artisti che hanno lasciato il segno della loro arte nell’Oratorio. Nel 1643 viene realizzata la copertura in legno a lacunare dipinta a tempere, con colori bianco e oro su uno sfondo azzurro cielo, intagliato e realizzato dagli artisti locali Francesco Costantini e Cristoforo Lacchi.
Si susseguono poi per tutto il Seicento gli interventi di artisti come Giovan Battista Michelini, Giovanni Fontana, Giuseppe Bilancioni, Giuseppe Lepri e Mario Mazza per gli stucchi, Carlo Lamparelli, Francesco Bertosi come pittori. Nella terza fase di ampliamento, protagonista è il folignate Felice Tucci in qualità di direttore dei lavori.
Una meraviglia e se ancora non lo avete visto, appena sarà possibile,  rimediate subito con una visita.

21 aprile 2020

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Ultimo aggiornamento

21/04/2020, 10:16