“De bello italico adversus Gothos”, il primo libro stampato a Foligno

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06 Maggio 2020

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Il 1472 è l’anno dell’editio princeps della Divina Commedia, ma la produzione editoriale folignate è iniziata due anni prima.
Il racconto dell’affascinante avventura tipografica ci viene suggerito da un saggio di Anna Maria Menichelli, pubblicato sul “Bollettino Storico della Città di Foligno” (n. 14) dell’Accademia Fulginia di Lettere, Scienze ed Arti.
Le prime esperienze tipografiche in Italia sono datate 1465, nel monastero benedettino di Subiaco, con il “De Divinis Institutionibus adversus gentes” di Lattanzio.
Appena cinque anni dopo, Foligno si affaccia sulla scena con indubitabile qualità.
Come si legge nel saggio, la nascita dell’arte tipografica a caratteri mobili si innesta su di un tessuto economico vitale in forza della funzione di nodo viario e mercantile che la città detiene e su un tessuto culturale che sembra rivitalizzare l’età dei Trinci (1305-1439) in una fioritura di studi umanistici, soprattutto sotto il pontificato di Sisto IV (1471-84).
Il primo libro è l’editio princeps del “Leonardi aretini De bello italico adversus Gothos” che riporta nel colophon i protagonisti dell’impresa tipografica: il folignate Emiliano Orfini, orafo e zecchiere (not. 1432-91), e il tedesco Johann Numeister (o Neumeister) originario di Magonza (Ω 1522).
Il libro, uscito dalle mani dei copisti nel 1441, è dell’umanista aretino Leonardo Bruni (ca 1370-1444) ed è una libera riduzione della “Storia delle Guerre” scritta da Procopio di Cesarea nel 550-51 d. C. che narra le campagne di restaurazione imperiale di Giustiniano (483-565 d.C.) contro i Goti.
Il libro è un incunabolo stampato con carattere romano su carta corposa che presenta vari tipi di filigrana come le forbici da sarto aperte e quelle dello stagnaio. Presenta spazi bianchi all’inizio dei singoli libri dove il miniatore avrebbe dovuto “illuminare” le lettere capitali.
Il libro è stato concesso in comodato dalla Regione al Comune di Foligno ed è stato acquistato a New York dall’antiquario Jonathan A. Hill.
L’incunabolo ha fatto parte fino alla fine dell’Ottocento della biblioteca del marchese Girolamo D’Adda, acquistata poi dal collezionista inglese Charles Fairfax Murray per poi finire nella collezione di incunaboli del bibliofilo Sexton.

Nel 1472, Numeister, in compagnia con Evangelista di ser Angelino, originario di Trevi ma ormai residente in Foligno, daranno vita nella nostra città all’editio princeps della Commedia dantesca.

6 maggio 2020

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Ultimo aggiornamento

06/05/2020, 15:26