Itinerari naturalistici

La favola di Rasiglia

Terza città della regione per numero di abitanti dopo Perugia e Terni, situata nella parte centro-orientale dell’Umbria, Foligno si distende ai piedi dell’Appennino umbro-marchigiano, adagiata nella piana della confluenza dei fiumi Topino e Menotre.

Il centro storico della città conserva edifici religiosi e palazzi signorili di assoluto pregio e grazie alla sua centralissima posizione, rappresenta la città ideale per poter scoprire l’intera regione.

In piazza della Repubblica, fulcro della vita sociale e civile già dal Medioevo, si affacciano: il palazzo Comunale, di facciata neoclassica; palazzo Trinci , oggi Museo della Città, che conserva splendidi affreschi quattrocenteschi, alcuni dei quali attribuiti a Gentile da Fabriano; il Duomo, dedicato al santo patrono Feliciano, palazzo Orfini, dove nel 1472 venne stampata la prima edizione della Divina Commedia e il palazzo del Podestà, sede della magistratura comunale dagli inizi del XIII secolo.

Nei dintorni, in un solitario paesaggio boscoso, vi portiamo alla scoperta di un territorio di alta collina che, seppur vicino alla città di Foligno, è rimasto da sempre isolato rispetto alla Via Flaminia, alla Valle Umbra e ai centri più famosi.

Quest’area che prende il nome di Parco dell’Altolina è una delle aree più suggestive dell’appennino umbro marchigiano, disseminato di luoghi ameni e borghi che sembrano essersi fermati nel tempo.

A Valle delle cascate del Menotre, un fiume di alta collina che scorre interamente nel territorio del comprensorio montano folignate e che nasce dalle sorgenti del fosso di Favuella, ad 800 m s.l.m., nei pressi del paese di Orsano (frazione montana del comune di Sellano, a 30 km da Foligno) e del monte Mareggia, si trova Rasiglia, un luogo perso nel tempo.

Il paese, che conserva le caratteristiche tipiche del borgo medievale raccogliendosi in una struttura ad anfiteatro, è celebre soprattutto per le sue sorgenti: passeggiando per i suggestivi vicoli del centro è impossibile non rimanere incantati dai corsi d’acqua che attraversano l’abitato, rendendolo unico e affascinante.

La sorgente che alimenta e percorre Rasiglia è quella di Capovena: si trova nella parte alta del paese, ai piedi del palazzo che i Trinci occupavano all’epoca del loro governo sul territorio folignate, e che percorre il paese formando rivoli e cascatelle che si riuniscono in una grande vasca denominata “Peschiera”, per poi riversarsi nel fiume Menotre. Altre sorgenti che caratterizzano questo luogo sono quelle di Alzabove e Venarella, che modellano e danno forma a questo spettacolo della natura.

Ancora oggi, la vita di questo splendido borgo continua ad essere scandita dall’acqua: l’elemento che passa per la tessitura, la lavorazione della lana e la tintura che viene riproposta attraverso una tradizione antichissima, risalente al 1200.

Il parco archeologico-industriale del tessile di Rasiglia costituisce un raro esempio di conservazione di tutti gli elementi necessari alla produzione dei manufatti tessili, dalla tosatura alla realizzazione del prodotto finito, testimoniando il passaggio dai telai a mano a quelli idraulici i quali, all’inizio del XX secolo, furono sostituiti con il telaio meccanico Jacquard, che ha rivoluzionato il modo di tessere in tutto il mondo.

Ogni anno, inoltre, si svolgono due importanti manifestazioni: il presepe vivente nel periodo natalizio che si svolge il 26 dicembre e il 6 gennaio e “Penelope a Rasiglia”, nel mese di giugno, dedicata agli antichi mestieri della tessitura.

Non perdetevi questo luogo lontano dal tempo, dal fascino magnetico e irresistibile, in cui il fragoroso mormorio delle acque accompagna ogni vicolo.

RASIGLIA
La piccola Venezia dell’Umbria
Principali eventi: Rasiglia, Paese presepe (26 dicembre e 6 gennaio); Penelope a Rasiglia, il telaio tradizionale (prima fine settimana di giugno compatibilmente con le altre festività nazionali)
WebsiteRasiglia e le sue sorgenti
Sul web di RepubblicaRasiglia le sue case sui ruscelli

Il Paese di Pale

Terza città della regione per numero di abitanti dopo Perugia e Terni, situata nella parte centro-orientale dell’Umbria, Foligno si distende ai piedi dell’Appennino umbro-marchigiano, adagiata nella piana della confluenza dei fiumi Topino e Menotre.

Il centro storico della città conserva edifici religiosi e palazzi signorili di assoluto pregio e grazie alla sua centralissima posizione, rappresenta la città ideale per poter scoprire l’intera regione.

In piazza della Repubblica, fulcro della vita sociale e civile già dal Medioevo, si affacciano: il palazzo Comunale, di facciata neoclassica; palazzo Trinci , oggi Museo della Città, che conserva splendidi affreschi quattrocenteschi, alcuni dei quali attribuiti a Gentile da Fabriano; il Duomo, dedicato al santo patrono Feliciano, palazzo Orfini, dove nel 1472 venne stampata la prima edizione della Divina Commedia e il palazzo del Podestà, sede della magistratura comunale dagli inizi del XIII secolo.

Nei dintorni, in un solitario paesaggio boscoso, vi portiamo alla scoperta di un territorio di alta collina che, seppur vicino alla città di Foligno, è rimasto da sempre isolato rispetto alla Via Flaminia, alla Valle Umbra e ai centri più famosi.

Quest’area che prende il nome di Parco dell’Altolina è una delle aree più suggestive dell’appennino umbro marchigiano, disseminato di luoghi ameni e borghi che sembrano essersi fermati nel tempo.
A Valle delle cascate del Menotre, un fiume di alta collina che scorre interamente nel territorio del comprensorio montano folignate e che nasce dalle sorgenti del fosso di Favuella, ad 800 m s.l.m., nei pressi del paese di Orsano (frazione montana del comune di Sellano, a 30 km da Foligno) e del monte Mareggia, si trova Pale, un piccolo nucleo antico famoso per le cartiere sorte nel XIII secolo. All’interno possiamo trovare  la chiesa parrocchiale di San Biagio, patrono dei cardatori di lana e protettore dei gualchieri; le Grotte dell’ Abbadessa scoperte nel ‘700 che, in uno scenario surreale, mostrano ai viandanti un turbine di stalattiti, stalagmiti e colonne incise nella nuda roccia.

Dal borgo, risalendo il costone si arriva all’Eremo di Santa Maria Giacobbe eretto nel tardo Duecento e  decorato da affreschi votivi del XIV, XV e XVI secolo. La leggenda narra che Maria Giacobbe, la Maria che insieme alla Maddalena trovò il Sacro Sepolcro vuoto, si rifugiò in penitenza nella grotta del Sasso di Pale, lasciando qui una sua impronta. La chiesa risale al 1200 anche se la presenza di monaci orientali nella parte rupestre dell’eremo, fa risalire l’origine a tempi ben più antichi e scavata interamente nella roccia, rappresenta un luogo impervio e isolato circondato da un’aurea mistica che trasporta il visitatore in tempi lontani.

La serenità dell’ambiente, la maestosità della natura circostante, rendono la Valle del Menotre un luogo non solo da visitare ma soprattutto da vivere.

Santuario della Madonna delle Grazie

PUNTO DI PARTENZA ED ARRIVO: II Santuario della Madonna delle Grazie di Rasiglia di Foligno

Come si raggiunge
IN AUTO: Dalla S.S. 319 con provenienza dalla S.S. 77 via Casenove o dalla S.S. 209 via Sellano.
IN TRENO: Stazione di Foligno, poi mezzi pubblici.
Percorso a piedi, in mountain-bike ed in auto
Lunghezza: 6 Km.
Durata: ore 2 e 30 minuti a piedi 45 minuti in MTB 20 minuti in auto
Difficoltà: nessuna a piedi ed in auto, alcuni tratti di salita per bikers meno esperti.
Quota massima: Mt. 868 s.l.m.
Dal Santuario si sale per la carrozzabile che porta a Morrò, ripetendo il percorso a ritroso per tornare al punto di partenza.
Cosa c’è da vedere
II paesaggio
Abbastanza interessante per gli scorci panoramici sulla Valle del Menotre e verso i Sibillini, nonché per le formazioni boscose di latifoglie.
I monumenti
L’Abbazia di Santa Maria delle Grazie, che dista circa 1 Km. da Rasiglia, sul greto del Fosso Terminara, affluente del Menotre. Costruita nel XV sec., ha le pareti ricoperte di pregevoli affreschi di scuola folignate del XV sec., dove ricorre spesso il tema dei Santi terapeuti: Sant’Amico di Rambona protettore dei bambini, Sant’Antonio Abate protettore delle comunità silvo-pastorali, San Sebastiano protettore contro la peste, San Cristoforo protettore dei pellegrini. La leggenda che viene tramandata riguarda la statua della Vergine con il Bambino che sarebbe stata trovata sotto il ponte del Fosso Terminara, con conseguente edificazione della chiesa nel luogo del ritrovamento. Secondo un’altra leggenda, il parroco di Verchiano avrebbe trasferito la statua nella sua chiesa ma, nottetempo, la stessa sarebbe tornata nel luogo del ritrovamento. Il successivo tentativo degli abitanti di Verchiano di riportarla al loro paese, sarebbe fallito, per colpa delle vacche, che avrebbero dovuto trainare il carro, che non si vollero muovere. Convinti che tale evento fosse stato un segno della volontà divina, gli abitanti di Verchiano avrebbero consentito la costruzione della chiesa a Rasiglia nel luogo del ritrovamento. A Morrò da vedere la fortificazione medievale (restaurata recentemente) con porta di accesso e parte della cinta muraria.

Eremo di Santa Maria Giacobbe e cascate del Menotre

PUNTO DI PARTENZA ED ARRIVO: II Santuario della Madonna delle Grazie di Rasiglia di Foligno

Come si raggiunge
IN AUTO: Dalla S.S. 319 con provenienza dalla S.S. 77 via Casenove o dalla S.S. 209 via Sellano.
IN TRENO: Stazione di Foligno, poi mezzi pubblici.
Percorso a piedi, in mountain-bike ed in auto
Lunghezza: 6 Km.
Durata: ore 2 e 30 minuti a piedi 45 minuti in MTB 20 minuti in auto
Difficoltà: nessuna a piedi ed in auto, alcuni tratti di salita per bikers meno esperti.
Quota massima: Mt. 868 s.l.m.
Dal Santuario si sale per la carrozzabile che porta a Morrò, ripetendo il percorso a ritroso per tornare al punto di partenza.
Cosa c’è da vedere
II paesaggio
Abbastanza interessante per gli scorci panoramici sulla Valle del Menotre e verso i Sibillini, nonché per le formazioni boscose di latifoglie.
I monumenti
L’Abbazia di Santa Maria delle Grazie, che dista circa 1 Km. da Rasiglia, sul greto del Fosso Terminara, affluente del Menotre. Costruita nel XV sec., ha le pareti ricoperte di pregevoli affreschi di scuola folignate del XV sec., dove ricorre spesso il tema dei Santi terapeuti: Sant’Amico di Rambona protettore dei bambini, Sant’Antonio Abate protettore delle comunità silvo-pastorali, San Sebastiano protettore contro la peste, San Cristoforo protettore dei pellegrini. La leggenda che viene tramandata riguarda la statua della Vergine con il Bambino che sarebbe stata trovata sotto il ponte del Fosso Terminara, con conseguente edificazione della chiesa nel luogo del ritrovamento. Secondo un’altra leggenda, il parroco di Verchiano avrebbe trasferito la statua nella sua chiesa ma, nottetempo, la stessa sarebbe tornata nel luogo del ritrovamento. Il successivo tentativo degli abitanti di Verchiano di riportarla al loro paese, sarebbe fallito, per colpa delle vacche, che avrebbero dovuto trainare il carro, che non si vollero muovere. Convinti che tale evento fosse stato un segno della volontà divina, gli abitanti di Verchiano avrebbero consentito la costruzione della chiesa a Rasiglia nel luogo del ritrovamento. A Morrò da vedere la fortificazione medievale (restaurata recentemente) con porta di accesso e parte della cinta muraria.

La valle del Menotre

La Valle del Menotre è una delle zone più interessanti dal punto di vista naturalistico e paesaggistico dell’Appennino Umbro-Marchigiano. L’altopiano penetra per circa 10 chilometri fra quote comprese fra i 250 e 830 metri e all’interno dei monti circostanti troviamo in particolare i paesi di Casenove, Scopoli, Rasiglia , Molini (che si trova nel Comune di Sellano), Pale, Serrone, Leggiana, Ponte S.Lucia , Belfiore e Vescia. Il fiume Menotre, anticamente chiamato Guesia, nasce da una piccola sorgente nel Fosso Favuella , nei pressi di Orsano, e dal monte Mareggia; raccolte le acque del fosso di Piè Cammoro e del fosso di Carboneia, si dirige verso Rasiglia; qui la forza delle acque aumenta per l’effetto delle sorgenti di Capovena, di Alzabove e di Venarella.

La valle è ricca di macchie di querce mentre nei versanti più assolati, dove affiorano rocce calcaree, cresce il leccio e nelle parti più elevate si trovano piccole formazioni di acero montano e di faggio. I boschi di questi monti sono costituiti in gran parte da piante caducifoglie e sub-montane tra le quali le roverelle e i carpini neri. La valle del Menotre è una zona inoltre piena di ricordi storici, come le cartiere di Pale, gli antichissimi mulini, i castelli; è una vallata ricca di storia, di natura e di tradizioni che ogni anno si rivivono durante le feste nei tanti borghi disseminati in mezzo al verde.

Alzando gli occhi verso il cosiddetto Sasso di Pale, il monte che protegge questo paese, si può scorgere tra le rocce una suggestiva chiesetta conosciuta come l’Eremo di Santa Maria di Giacobbe ( risalente al XIII secolo), raggiungibile seguendo un sentiero lungo la parete del monte.

Le Fontanelle di Sassovivo

PUNTO DI PARTENZA ED ARRIVO: Abbazia di Sassovivo di Foligno

Come si raggiunge
IN AUTO: Percorrendo la S.S.3 si esce da Foligno Sud-Est seguendo l’apposita segnaletica che indica l’Abbazia di Sassovivo.
IN TRENO: Stazione di Foligno, poi mezzi pubblici.
Percorso a piedi
Lunghezza: circa 8 Km Durata: 3 ore Difficoltà: medio-facile
Quota massima: Mt. 848 s.l.m.
Dall’Abbazia si prende la strada che sale verso Monte Casalini, accanto alle falde del Monte Serrone, e che conduce a Casale. Dopo circa 500 Mt. a quota Mt. 575 si devia a destra su di un tracciato segnalato che, costeggiando il Monte Serrone, arriva alla Fonte delle Pecore (Mt. 548 s.l.m) da dove, prima di raggiungere l’abitato di Casale, si svolta a destra per portarsi su di un sentiero che, sotto il Monte Aguzzo, scende alla sorgente minerale. Lasciata detta località ci si innesta sulla strada asfaltata per Foligno che si lascia, dopo più di 1 Km., per prendere a destra (presso la vecchia polveriera) uno stradello che, costeggiando prima il letto del Fosso Renaro e attraversando poi una fitta lecceta, risale all’abbazia. Qualora lo stabilimento di imbottigliamento risultasse chiuso (di solito nei giorni festivi) occorre prendere itinerari alternativi che usufruiscono dell’apposita segnaletica.
Percorso in mountain-bike ed auto
Lunghezza: circa 9 Km Durata: 1 ora in MTB 20 minuti in Auto Difficoltà: nessuna Quota massima: Mt. 879 s.l.m.
Si percorre la strada comunale asfaltata che dall’Abbazia di Sassovivo porta a Casale per poi ridiscendere a ritroso fino al ponte che attraversa il fosso Renaro. Si devia quindi a sinistra per portarsi allo stabilimento di imbottigliamento dove si trova la sorgente. I bikers più preparati possono seguire l’itinerario del percorso a piedi facendo attenzione ad alcuni passaggi.
Cosa c’è da vedere
Il paesaggio
L’ambiente è molto suggestivo per la presenza di una fitta vegetazione boscosa sui rilievi di Monte Serrone e Monte Aguzzo. La lecceta secolare nei pressi dell’Abbazia, assieme alle molte specie faunistiche, costituisce il valore ambientale più importante con lecci plurisecolari d’alto fusto che rimangono uno dei pochi frammenti sopravvissuti in Umbria. Altre specie presenti sono gli ornelli, i corbezzoli ed il carpino nero. La fauna comprende: lo scoiattolo, l’istrice, il gatto selvatico, la donnola. Tra i volatili vanno segnalati: il picchio rosso maggiore, il picchio verde, il cuculo, il gufo comune e la poiana. Particolarmente ricco è il bacino imbrifero per le piogge e le acque sorgive. Dalla sorgente “Le Fontanelle” sgorga una eccellente acqua oligominerale.
I monumenti
L’Abbazia benedettina di Santa Croce del XIII sec. è l’emergenza più importante, con lo stupendo chiostro ed il pozzo cisterna in travertino con calotta in ferro fuso a foglie.

Ulteriori informazioni

Ultimo aggiornamento
14/02/2023
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